Concorrenza violata: multa per le società che hanno operato d’intesa sul mercato delle unità a disco ottico
Obiettivo era adeguare i volumi sul mercato e fare in modo che i prezzi si mantenessero a livelli più elevati di quanto sarebbero stati in assenza di contatti tra le società

Confermate le ammende – per oltre 80.000.000 di euro – comminate a diverse società che, in sostanza, hanno raggiunta un’intesa anti concorrenza sul mercato delle unità a disco ottico. Ad ottobre del 2015 risale la presa di posizione della Commissione europea che, una volta constatato che diverse società avevano violato le regole di concorrenza partecipando a un’intesa sul mercato delle unità a disco ottico (UDO), ha inflitto loro ammende per un totale di 116 milioni di euro. Riflettori puntati, all’epoca, sulle UDO utilizzate, in particolare, in computer da scrivania e in computer portatili prodotti da Dell e da Hewlett Packard, che, secondo quanto ricostruito dalla Commissione, essendo i principali fabbricanti di prodotti di origine nel mercato mondiale dei personal computer, hanno utilizzato procedure di gara d’appalto condotte su scala mondiale e implicanti trattative trimestrali sul prezzo e sui volumi di acquisti a livello mondiale con un ristretto numero di fornitori di UDO preselezionati. Secondo la Commissione, in sostanza, i partecipanti all’intesa hanno coordinato i loro comportamenti concorrenziali per almeno quattro anni e si sono comunicati le reciproche intenzioni riguardanti le strategie di candidatura al conseguimento di tali appalti, hanno condiviso i risultati degli appalti e si sono scambiate ulteriori informazioni di carattere riservato. Tirando le somme, secondo la Commissione i partecipanti all’intesa hanno cercato di adeguare i loro volumi sul mercato e di fare in modo che i prezzi si mantenessero a livelli più elevati di quanto sarebbero stati in assenza di tali contatti bilaterali. Questa linea è ritenuta corretta dai giudici comunitari, i quali confermano le ammende decise dalla Commissione. (Sentenze del 16 giugno 2022 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)