Istituto di credito in difficoltà: il removal deciso dalla Banca d’Italia non ha natura sanzionatoria
Scopo è, invece, arginare il processo degenerativo in corso e, possibilmente, ricondurre la banca ad una sana e prudente gestione, imponendo l’estromissione degli organi responsabili del declino

La misura del cosiddetto removal, adottata dalla Banca d’Italia nei confronti di un istituto di credito che vive una palese situazione di difficoltà, non ha natura sanzionatoria, bensì ha natura di strumento di intervento precoce – e cautelare –, essendo un provvedimento adottabile nello stadio embrionale della crisi e al fine di scongiurare il definitivo deterioramento della situazione aziendale. Confermata perciò, nella vicenda in esame, la nota con cui la Banca d’Italia, accertato il significativo deterioramento della situazione di un istituto di credito, ha disposto la rimozione di tutti i componenti del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale con efficacia differita al momento dell’insediamento dei nuovi organi; la rimozione con efficacia immediata del direttore generale; la convocazione, entro 15 giorni, dell’assemblea dei soci, da tenersi entro i successivi trenta giorni, per il rinnovo degli organi con funzioni di amministrazione e di controllo da sottoporre all’approvazione della Banca di Italia; la nomina di un commissario in temporaneo affiancamento al Consiglio di amministrazione. Confermate anche le misure disposte per il nuovo Consiglio di amministrazione, ovverosia la nomina di un capo dell’esecutivo di adeguata professionalità da sottoporre all’approvazione della Banca di Italia, la definizione di un progetto di integrazione con un idoneo partner aziendale o un piano di ripatrimonializzazione volto a garantire l’assunzione del controllo da parte di un qualificato investitore professionale. (Sentenza 6254 del 19 luglio 2022 del Consiglio di Stato)