Revenge porn, primi interventi del Garante

Ordinato a Facebook, Instagram e Google di impedire la diffusione del materiale segnalato da alcune persone che ne temono la diffusione

Revenge porn, primi interventi del Garante

Nella lotta al triste fenomeno del revenge porn – ossia la diffusione di immagini pornografiche o sessualmente esplicite a scopo vendicativo, ad esempio per punire l’ex partner che ha deciso di porre fine ad una relazione o per denigrare pubblicamente, bullizzare e molestare la persona cui si riferiscono – il Garante per la protezione dei dati personali ha cominciato a muoversi in maniera forte, mettendo in atto i primi interventi a tutela di potenziali vittime. Nello specifico, il Garante ha ufficializzato cinque distinti provvedimenti, ingiungendo in via d’urgenza a Facebook, Instagram, e Google di adottare immediatamente tutte le misure necessarie ad impedire la diffusione sulle relative piattaforme del materiale – video e foto – segnalato da alcune persone che ne temevano la pubblicazione on line. L’azione compiuta dal Garante rientra tra i compiti attribuitigli dalle modifiche normative introdotte al Codice privacy nel dicembre del 2021. Ora spetta infatti al Garante ricevere segnalazioni da parte di chiunque, compresi i minori con più di 14 anni, abbia un fondato motivo di ritenere che registrazioni audio, video, foto a contenuto sessualmente esplicito che lo riguardano possano essere pubblicati, senza il suo consenso, sulle piattaforme digitali. Una volta ricevuta la segnalazione, difatti, il Garante deve attivarsi tempestivamente per disporre il blocco preventivo nei confronti delle piattaforme indicate dal segnalante. (Provvedimenti del 28 aprile 2022 e del 26 maggio 2022 del Garante per la protezione dei dati personali)

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