Separazione senza partecipazione del figlio: quest’ultimo non può agire direttamente per il mantenimento non versatogli

Se nel procedimento di separazione coniugale non vi è la partecipazione del figlio, quest’ultimo non può poi agire direttamente nei confronti del genitore obbligato per ottenere il mantenimento non versatogli, poiché tale mantenimento doveva essere versato, come sancito dai giudici, direttamente alla madre. Questo il principio ribadito dai giudici (sentenza del 17 febbraio 2025 del Tribunale di Cosenza), i quali hanno perciò accolto l’opposizione proposta da un uomo a fronte del precetto notificatogli dal figlio, il quale assumeva di essere creditore, nei confronti del genitore, di oltre 100.000 euro per il mancato versamento, dal mese di dicembre 2006 al mese di dicembre 2020, dei ratei di mantenimento e delle spese accessorie dovutegli in forza sentenza del Tribunale. Decisiva, nella vicenda in esame, la constatazione che il provvedimento giudiziario costituente titolo esecutivo posto a fondamento del precetto è stato emesso dal Tribunale nel procedimento di separazione giudiziale dei coniugi, procedimento svoltosi senza la partecipazione del figlio. Applicato, in sostanza, il principio secondo cui la mancata richiesta, da parte del figlio maggiorenne non indipendente economicamente, di corresponsione diretta dell’assegno di mantenimento giustifica la legittimazione a riceverlo da parte del genitore con lui convivente, il quale anticipa le spese per il suo mantenimento e le programma d’accordo con lui, e, di conseguenza, il genitore obbligato non ha alcuna autonomia nella scelta del soggetto nei cui confronti adempiere. A fronte di tale quadro, qualsiasi accordo, anche tacito, fra le parti, non può avere l’effetto di autorizzare il debitore a versare l’assegno nelle mani del figlio, in assenza di un provvedimento giurisdizionale che modifichi le statuizioni contenute nella sentenza di separazione.