La limitata efficacia degli esami del sangue e delle urine nell'accertare l'alterazione psico-fisica dell’automobilista

Nel caso in esame viene messa in discussione l'applicazione dell'aggravante relativa all'omicidio stradale causato da un conducente in condizioni di guida alterate. È essenziale un secondo processo d'appello per verificare se esistano segni specifici che dimostrino che la guida imprudente sia effettivamente derivata da un'alterazione dovuta all'assunzione di sostanze stupefacenti.

La limitata efficacia degli esami del sangue e delle urine nell'accertare l'alterazione psico-fisica dell’automobilista

Nella provincia di Napoli, una vettura guidata da una donna è slittata colpendo ripetutamente degli ostacoli fissi, con gravi conseguenze per uno dei passeggeri che ha perso la vita a causa delle lesioni subite durante l'incidente. La donna alla guida è stata processata per omicidio stradale, con i giudici di merito che hanno stabilito in modo chiaro la sua responsabilità. L'imprudente condotta di guida della conducente, caratterizzata da un evidente calo di attenzione, ha causato la perdita di controllo del veicolo e gli impatti contro gli ostacoli fissi, con conseguenze fatali per il passeggero.

Un fattore aggravante è emerso a seguito della scoperta della condizione di alterazione della conducente dovuta all'uso di sostanze stupefacenti e alcool. La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che i test effettuati sulla conducente necessitavano di ulteriori conferme e che l'uso di droga non dimostrava che la guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti avesse causato l'incidente.

Nonostante le obiezioni della difesa, la Cassazione ha confermato la colpevolezza della donna per omicidio stradale. Tuttavia, i giudici hanno criticato il mancato riscontro di elementi certi per dimostrare che l'incidente fosse dovuto all'assunzione di droghe da parte della conducente. È stato infatti sottolineato che la presenza di droga nei test non era sufficiente a dimostrare l'alterazione durante la guida che ha portato all'incidente mortale.

Si è evidenziato che nell'appello i giudici avevano considerato principalmente i risultati dei test sanguigni e delle urine senza approfondire ulteriormente le circostanze che avrebbero potuto confermare l'alterazione dovuta alla droga durante la guida. Quindi, il caso è stato rinviato per una nuova valutazione in appello per determinare correttamente l'applicazione dell'aggravante legata alla guida in condizioni alterate dalla droga (Cass. n. 31190 del 31 luglio 2024).

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