Peschereccio naufragato e 11 persone morte: condannata la Grecia
I giudici hanno rilevato che le autorità nazionali elleniche non hanno fatto quanto necessario per fare luce sull’episodio

Grecia condannata per il drammatico naufragio di un peschereccio che, nel gennaio del 2014 al largo dell’isola di Farmakonisi, ha provocato la morte di ben 11 persone. Ora dovrà versare ben 330.000 euro come risarcimento. Per i giudici è evidente, innanzitutto, che le autorità nazionali elleniche non hanno svolto un’indagine approfondita ed efficace in grado di fare luce sulle circostanze in cui la barca è affondata. Allo stesso tempo si è appurato che le persone presenti a bordo della barca e sopravvissute sono state sottoposte, dopo il drammatico affondamento, a un trattamento degradante, viste le perquisizioni corporali subite al loro arrivo a Farmakonisi. Accolta la richiesta presentata da 16 persone – 13 cittadini afgani, 2 cittadini siriani e 1 cittadino palestinese – che hanno sostenuto, in sostanza, che la nave della Guardia Costiera viaggiava a velocità molto elevata per spingere il peschereccio – e i profughi su di esso imbarcati – a tornare verso le acque turche, e che questa condotta fece, alla fine, capovolgere il peschereccio. (Sentenza del 7 luglio 2022 della Corte europea dei diritti dell’uomo)